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chianti drink wine flowers organic cheese http://www.youtube.com/watch?v=FhNDiTmJizg
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12.5.10
Blackbird Pie per quotare e citare un tweet su un sito o blog senza dover fare lo screenshot.
1.6.07
Jazz Concert

Group Notice From: SL
Paisley Beebe will be gracing us with her second live performance at Caribbean Breezes today at 6 PM for a special one hour concert. Our club limit is 100 patrons, so get here early
Paisley is an Australian Professional Jazz Vocalist in Sydney, and now in SL. She plays with LIve musicians on SL and in RL. She aims to take music in Sl to a whole new level! She does not use backing tracks or prerecordings. She plays with the best musicians from Aust. It's variety and Fun!!
Cooter
26.5.07
22.4.07
17.4.07
29.3.07
28.3.07
6.3.07
VIRTUAL FLY

Saturn from Above
This image of Saturn could not have been taken from Earth. No Earth based picture could possibly view the night side of Saturn and the corresponding shadow cast across Saturn's rings. Since Earth is much closer to the Sun than Saturn, only the day side of the planet is visible from the Earth. In fact, this image mosaic was taken in January by the robotic Cassini spacecraft now orbiting Saturn. The beautiful rings of Saturn are seen in full expanse, while cloud details are visible near the night-day terminator divide.
Resource by webFriendSoladizio non Comune
26.2.07
PERCEPTIVE PIXEL
25.2.07
24.2.07
21.2.07
10.2.07
WI-FI a Milano

WI-FI sulla Costa Livornese FREE OPEN
Buy eco-equo

Photo-Voltaic Film Extend
RETE: FONERO GLOBAL WIRELESS
News: Fon Milano, capitale del wireless
Mercoledì, 08 Novembre 2006 - 08:28 - 291 Letture
La Milano cosmopolita, quella di chi viaggia tra Hong Kong e Burundi, si è posta una domanda: perché pagare l’accesso a internet quando sono fuori casa se già pago un abbonamento a casa?
Dalla risposta conseguente è scoppiato il Fenomeno Fon, in pochi mesi i foneros milanesi hanno toccato quota 200. Felici e wireless.
Fon è la rivoluzione copernicana della banda larga, cioè un social router che grazie all’installazione di un software nel proprio router wi-fi permette di condividere la propria connessione con tutti gli utenti iscritti. Ogni connessione diventa un hotspot (un punto d’accesso), da cui ogni membro della community nel raggio di 100 metri può accedere a internet. Gratuitamente.
Il potenziale fonero deve rispondere a due requisiti base: avere una connessione a banda larga e un router Linksys o Buffalo. Per la prima è sufficiente rivolgersi a un qualsiasi provider, mentre per procurarsi il router (a meno che non lo si possieda) sono necessari 5 euro e cinque minuti sul sito Fon. Questo è l’unico costo che il fonero deve affrontare, piuttosto moderato rispetto ai 60 euro che si pagano normalmente. Scelti uno user e una password, si diventa hotspot. E, al termine di questo percorso di iniziazione, i 200 milanesi si sono trasformati in 200 foneros. Ognuno di loro è un puntino arancione sulla Fon mappa di Milano, in modo che tutti gli iscritti sappiano in che punto della città possono connettersi. Chi programma un viaggio a New York deve semplicemente inserire l’indirizzo in cui si troverà e avrà l’elenco dei foneros della Grande Mela in ordine di vicinanza. Il servizio, però, non è offerto solo ai Linus (i membri della community) ma è aperto anche agli Alien, cioè i pagani che non si sono convertiti a Fon: 3 euro al giorno o 10 euro per cinque giorni, e possono godere delle delizie del wi-fi globale. Questo è possibile grazie ai Bill, quei membri della community che decidono di vendere la propria connessione, dividendo equamente (50%) i profitti con Fon.
“E’ un grande successo – spiega Stefano Vitta, il primo fonero italiano – perché garantisce l’accesso alla rete a costi minimi e senza sovrastrutture particolari e difficilmente trasportabili, è un passo avanti per il benessere digitale”.
Nato in Spagna dalle mente di Martin Varsavsky, Fon ha raggiunto il milione di iscritti a meno di un anno dalla nascita, e sta scalando le vette del wi-fi. Il social router più famoso del mondo ha ottenuto dai suoi backers (investitori) – Google, Skype e Sequoia – un finanziamento di 18 milioni di euro per la diffusione del suo progetto. Varsavsky regalerà Fon a tutte le aziende che accetteranno di condividere parte della loro connessione con la community. In cambio, naturalmente, avranno l’accesso gratuito a tutti gli hotspot del mondo. In parallelo, com’era prevedibile, sta stringendo accordi con i provider di banda larga e ha già firmato con il produttore di router Planex per distribuire il suo software con un modello di licenza open source.
Standing ovation. I 200 milanesi si agognano la palma dei cosmopoliti, affaristi e risparmiatori. Ma, essendo ancora residenti nell’Italia degli italiani, prima di entrare a pieno titolo nella community devono risolvere due problemi. Il primo è la compatibilità tra Fon e il Decreto legge 144/2005, altrimenti detto Decreto Anti-terrorismo, che pone vincoli rigidissimi ai fornitori di connessioni internet. Ogni utente, ad ogni accesso, deve autenticare la propria identità ed essere in grado di fornire (su richiesta) copia di un documento di identità e l’intero pacchetto dei propri dati anagrafici. In più bisogna rendere note tutte la attività svolte, dai siti frequentati al numero di mail spedite, il che ha indignato tutti i foneros: “Grazie alla registrazione degli utenti – posta nel suo blog Luca Zappa, fonero senior – la connessione Fon è infatti sicurissima, e molto meglio della miriade di reti wi-fi non protette, che sicuramente non rispettano alcuni punti della legge in questione”.
Secondo problema, italianissimo, è che ai provider spesso non è dato di rivendere o mettere in comune le proprie connessioni, elemento che soffoca qualsiasi possibilità di sopravvivenza di un social router. Nonostante questo, gli italiani che si iscrivono a Fon stanno aumentando, oggi ci sono hotspot in 140 città, da Roma a Bitonto. Bisognerebbe cambiare legge: foneros di tutto il mondo, unitevi.
Autore:Veronica Fernandes
Fonte:www.ifgonline.it
31.1.07
LIVE SKYPE

questa frase, per entrare in LIVE SKYPE
vaiafanculooo questa è la mia frase inteligente per dimostrare amicizai et brothers...look 50056tv.blogspot.com---- un abbraccio
[14.26.22] vale scrive: per dimostrare amicizia et brothers. sintesi http://www. in toscana vaiafanculo vai a cacare sono parole che dette in amicizia et apprezzamento simpatico
NON HANNO CAPITO!!
27.1.07
GIU'BOSSE // JUKEBOX BLOGTV
LA TV SIAMO NOI
ENERGIA SOLARE SIAMO NOI
zzzzzzzzz>>>>>>>>>>>>cccccccccccvvvvvvvvvv//////// -160VLOGGER: VAPXX@hotmail.it
3.1.07
Falle di Word: come testarle

Il popolarissimo formato DOC di Microsoft Word e molti dei programmi Microsoft per leggere questo formato hanno delle falle che consentono di confezionare documenti-trappola. Basta aprirli per consegnare all'aggressore le chiavi del proprio computer. L'argomento è già stato toccato nella puntata precedente, ma occorre ritornarvi perché è stata scoperta una terza falla, per la quale esiste anche un file dimostrativo, che manda i crash non solo Word, ma anche molti programmi alternativi.
La falla è stata annunciata da Milw0rm e il file dimostrativo è scaricabile da qui. In quanto dimostrazione, è innocuo, ma abbastanza deleterio da mandare in crash Microsoft Word, compresa la versione Mac (io ho testato la 2004), e il programma gratuito di lettura dei file Word offerto da Microsoft. Anche i programmi alternativi non reggono bene il test: NeoOffice (porting di OpenOffice per Mac) crasha dicendo di aver esaurito la memoria. Se la cava meglio AbiWord. Microsoft ha deciso di non risolvere queste tre falle nel consueto aggiornamento mensile di sicurezza di dicembre; si spera che provveda in quello di gennaio.
Nel frattempo, visto che la falla viene già sfruttata da alcuni vandali informatici e che il formato Word è diffusissimo e considerato sicuro da molti utenti, il consiglio è evitarlo ovunque possibile, per esempio salvando in formati differenti (RTF, PDF, OpenDocument, testo semplice) i documenti che dovete far circolare.
Se ricevete un file Word da sconosciuti, non apritelo; se lo ricevete da qualcuno che conoscete, assicuratevi (per esempio con una telefonata) che il mittente ve l'abbia davvero inviato intenzionalmente e che non si tratti di un file inviato da un impostore; in ogni caso, apritelo solo se strettamente necessario. E' un consiglio di sicurezza che vale anche per qualsiasi altro tipo di file.
Se disponete di un account di posta Gmail, avete un modo sicuro per leggere i documenti Word: visualizzarli tramite l'interfaccia Web di Gmail, che è in grado di mostrarne perlomeno il testo. Un altro modo per gestire in modo sicuro i file Word è usare le applicazioni via Web, come Google Docs and Spreadsheets oppure Ajaxwrite.
--
http://www.steo.blogspot.com
29.12.06
WI - MAX web su onde radio
Wi-Max, c'è l'accordo tra ministeri il web viaggerà anche su onde radio
Intesa tra i dicasteri di Difesa e Comunicazioni. Entro il 2007
le prime licenze. Internet superveloce nel raggio di decine di km
Wi-Max, c'è l'accordo tra ministeri
il web viaggerà anche su onde radio
Prezzi più bassi, e banda larga anche per le zone rurali
L'Italia apre a una tecnologia diffusa in tutta Europa
ROMA - Partiranno a giugno le prime licenze Wi-Max italiane, tecnologia senza fili che promette di spargere la banda larga ovunque sul territorio. I Ministri della Difesa (Arturo Parisi) e delle Comunicazioni (Paolo Gentiloni) hanno raggiunto l'accordo a cui stavano lavorando dai primi giorni del nuovo governo. Le frequenze deputate al WiMax (3,4-3,6 GHz), infatti, sono ancora controllate dalla Difesa e devono passare alle Comunicazioni perché la tecnologia possa partire.
La Difesa ha diritto a un rimborso, da parte delle Comunicazioni, per cedere le frequenze. Dovrà infatti riallocare i propri sistemi radar fissi e mobili e gli assetti di telecomunicazione, spostandoli su altre frequenze.
Solo oggi, dopo qualche mese di trattative, Parisi e Gentiloni si sono messi d'accordo sulla cifra e sulle modalità di passaggio. "Gli investimenti necessari deriveranno in parte da appositi capitoli del bilancio dello Stato ed eventualmente anche dal mercato Wi-Max", spiega una nota del Ministero delle Comunicazioni.
Le frequenze disponibili. Si è deciso quindi che entro febbraio il tavolo tecnico istituito dai due Ministeri stilerà un calendario operativo per arrivare al lancio. Si attendono anche i risultati della consultazione WiMax che è in corso presso l'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom). Spetta ad Agcom, infatti, decidere i criteri delle aste con cui il Ministero delle Comunicazioni assegnerà le licenze agli operatori interessati. Al momento è noto soltanto che i lotti iniziali di frequenze WiMax, resi disponibili, saranno pari a 35+35 MHz, ripartibili anche su diverse macroaree nazionali.
Una tecnologia innovativa. "È una splendida notizia", commenta per Repubblica. it Maurizio Dècina, ordinario di reti e telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano. Negli anni scorsi Dècina aveva in più riprese messo il dito nella piaga, denunciando i ritardi del Wi-Max italiano. "Speriamo che il Governo voglia continuare con una politica di riutilizzo dello spettro radio a favore di tecnologie innovative".
Ed innovativo il Wi-Max promette davvero di esserlo. L'Italia, a riguardo, è stata finora la cenerentola d'Europa: il solo Paese dove non ci siano state ancora aste Wi-Max. In Francia, Germania, Spagna e Regno Unito (tra gli altri) già sono arrivate le prime offerte, in alcune regioni. Il governo Berlusconi, infatti, non era riuscito a mettere d'accordo i due Ministeri per il passaggio delle frequenze, mentre altrove in Europa si è fatto in fretta.
Eppure l'Italia è uno dei Paesi che più ha bisogno del Wi-Max. Per due motivi: per coprire i buchi della nostra copertura banda larga e per rendere più vario il mercato. Il Wi-Max di cui si parla oggi, infatti, è quello da postazione fissa (standard Ieee 802.16d), che funziona da casa o dall'ufficio un po' come l'Adsl. Ci si connette con un computer dotato di scheda Wi-Max o tramite un'antenna posta all'esterno dell'abitazione e collegata alla scheda Ethernet del Pc. Grazie alla tecnologia wireless, è possibile trasportare così il segnale veloce di accesso a Internet anche laddove sarebbe troppo costoso per gli operatori cablare la fibra ottica o attivare l'Adsl.
Risposta al digital divide. È insomma una soluzione al digital divide, che affligge molte regioni italiane (a causa soprattutto della nostra orografia). Come denunciato qualche settimana fa dalla Commissione Europea, da noi le zone rurali sono coperte al 44 per cento, contro una media UE del 65 per cento. Il WiMax, contro il digital divide, serve in due modi: o come tecnologia da ultimo miglio (per portare l'accesso direttamente nelle case o negli uffici) oppure come tecnologia di trasporto, per creare le infrastrutture di base (in alternativa alla fibra ottica) sulle quali gli operatori possono poi installare apparecchiature Adsl.
Grazie ai prezzi bassi delle offerte, però, il Wi-Max sta diventando anche un concorrente diretto dell'Adsl, in altri Paesi europei. Per esempio, Altitude in Francia offre WiMax a 4/4 Mbps, a 59 euro al mese. My Qube sta per lanciare in Germania un'offerta Wi-Max 3/3 Mpbs, a 20 euro al mese. Incluse illimitate telefonate verso numeri di rete fissa (via VoIP). Il Wi-Max potrebbe dare quindi una scossa al nostro mercato banda larga, che, rispetto al resto d'Europa, è eccezionalmente fondato sulle infrastrutture di rame di Telecom Italia.
Il Wi-Max potrebbe fare nascere una concorrenza più agguerrita, perché più indipendente dalle infrastrutture Telecom, e incoraggiare la discesa dei prezzi, l'aumento delle velocità reali delle connessioni. Se tutto va bene, significa favorire la diffusione della banda larga nel Paese, a beneficio di utenti, aziende e pubbliche amministrazioni.
di ALESSANDRO LONGO
(27 dicembre 2006)
signed by brother
Intesa tra i dicasteri di Difesa e Comunicazioni. Entro il 2007
le prime licenze. Internet superveloce nel raggio di decine di km
Wi-Max, c'è l'accordo tra ministeri
il web viaggerà anche su onde radio
Prezzi più bassi, e banda larga anche per le zone rurali
L'Italia apre a una tecnologia diffusa in tutta Europa
ROMA - Partiranno a giugno le prime licenze Wi-Max italiane, tecnologia senza fili che promette di spargere la banda larga ovunque sul territorio. I Ministri della Difesa (Arturo Parisi) e delle Comunicazioni (Paolo Gentiloni) hanno raggiunto l'accordo a cui stavano lavorando dai primi giorni del nuovo governo. Le frequenze deputate al WiMax (3,4-3,6 GHz), infatti, sono ancora controllate dalla Difesa e devono passare alle Comunicazioni perché la tecnologia possa partire.
La Difesa ha diritto a un rimborso, da parte delle Comunicazioni, per cedere le frequenze. Dovrà infatti riallocare i propri sistemi radar fissi e mobili e gli assetti di telecomunicazione, spostandoli su altre frequenze.
Solo oggi, dopo qualche mese di trattative, Parisi e Gentiloni si sono messi d'accordo sulla cifra e sulle modalità di passaggio. "Gli investimenti necessari deriveranno in parte da appositi capitoli del bilancio dello Stato ed eventualmente anche dal mercato Wi-Max", spiega una nota del Ministero delle Comunicazioni.
Le frequenze disponibili. Si è deciso quindi che entro febbraio il tavolo tecnico istituito dai due Ministeri stilerà un calendario operativo per arrivare al lancio. Si attendono anche i risultati della consultazione WiMax che è in corso presso l'Autorità Garante delle Comunicazioni (Agcom). Spetta ad Agcom, infatti, decidere i criteri delle aste con cui il Ministero delle Comunicazioni assegnerà le licenze agli operatori interessati. Al momento è noto soltanto che i lotti iniziali di frequenze WiMax, resi disponibili, saranno pari a 35+35 MHz, ripartibili anche su diverse macroaree nazionali.
Una tecnologia innovativa. "È una splendida notizia", commenta per Repubblica. it Maurizio Dècina, ordinario di reti e telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano. Negli anni scorsi Dècina aveva in più riprese messo il dito nella piaga, denunciando i ritardi del Wi-Max italiano. "Speriamo che il Governo voglia continuare con una politica di riutilizzo dello spettro radio a favore di tecnologie innovative".
Ed innovativo il Wi-Max promette davvero di esserlo. L'Italia, a riguardo, è stata finora la cenerentola d'Europa: il solo Paese dove non ci siano state ancora aste Wi-Max. In Francia, Germania, Spagna e Regno Unito (tra gli altri) già sono arrivate le prime offerte, in alcune regioni. Il governo Berlusconi, infatti, non era riuscito a mettere d'accordo i due Ministeri per il passaggio delle frequenze, mentre altrove in Europa si è fatto in fretta.
Eppure l'Italia è uno dei Paesi che più ha bisogno del Wi-Max. Per due motivi: per coprire i buchi della nostra copertura banda larga e per rendere più vario il mercato. Il Wi-Max di cui si parla oggi, infatti, è quello da postazione fissa (standard Ieee 802.16d), che funziona da casa o dall'ufficio un po' come l'Adsl. Ci si connette con un computer dotato di scheda Wi-Max o tramite un'antenna posta all'esterno dell'abitazione e collegata alla scheda Ethernet del Pc. Grazie alla tecnologia wireless, è possibile trasportare così il segnale veloce di accesso a Internet anche laddove sarebbe troppo costoso per gli operatori cablare la fibra ottica o attivare l'Adsl.
Risposta al digital divide. È insomma una soluzione al digital divide, che affligge molte regioni italiane (a causa soprattutto della nostra orografia). Come denunciato qualche settimana fa dalla Commissione Europea, da noi le zone rurali sono coperte al 44 per cento, contro una media UE del 65 per cento. Il WiMax, contro il digital divide, serve in due modi: o come tecnologia da ultimo miglio (per portare l'accesso direttamente nelle case o negli uffici) oppure come tecnologia di trasporto, per creare le infrastrutture di base (in alternativa alla fibra ottica) sulle quali gli operatori possono poi installare apparecchiature Adsl.
Grazie ai prezzi bassi delle offerte, però, il Wi-Max sta diventando anche un concorrente diretto dell'Adsl, in altri Paesi europei. Per esempio, Altitude in Francia offre WiMax a 4/4 Mbps, a 59 euro al mese. My Qube sta per lanciare in Germania un'offerta Wi-Max 3/3 Mpbs, a 20 euro al mese. Incluse illimitate telefonate verso numeri di rete fissa (via VoIP). Il Wi-Max potrebbe dare quindi una scossa al nostro mercato banda larga, che, rispetto al resto d'Europa, è eccezionalmente fondato sulle infrastrutture di rame di Telecom Italia.
Il Wi-Max potrebbe fare nascere una concorrenza più agguerrita, perché più indipendente dalle infrastrutture Telecom, e incoraggiare la discesa dei prezzi, l'aumento delle velocità reali delle connessioni. Se tutto va bene, significa favorire la diffusione della banda larga nel Paese, a beneficio di utenti, aziende e pubbliche amministrazioni.
di ALESSANDRO LONGO
(27 dicembre 2006)
signed by brother
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