25.3.09

FESTA DEI PIRATI - Roma Web 2.0

A Roma, sabato 28 marzo 2009 dalle ore 11.00 (per tutto il giorno), a Garbatella, nello sconosciuto Teatro delle Arti (P.zza Giovanni da Triora), c'è la FESTA DEI PIRATI. Per dire “no” a chi vuole imbavagliare la rete! Dopo anni d’indifferenza totale i politici italiani hanno scoperto la rete. Con la scusa di difendere il diritto d’autore e proteggere i giovani da ogni sorta di presunti pericoli (apologia di reato, terrorismo, pedofilia, diffamazione), diversi progetti di legge sono oggi allo studio per bloccare il peer-2-peer, oscurare i siti scomodi, distruggere la privacy di chi usa l’internet. Perchè questa improvvisa caccia alla streghe? Se usciamo dagli stereotipi, scopriamo invece che ogni giorno milioni di onesti cittadini condividono in rete ogni tipo di file (musica, film, videogame, software, ebook). Sono davvero dei criminali? O stanno forse inventando un nuovo modo di far circolare la cultura e il sapere? C’è un'intera generazione di giovani che sta abbandonando il consumo passivo dei palinsesti Tv, perchè trovano più interessante l’informazione interattiva che offrono blog, forum e social network. È di questo che i potenti hanno paura? È ora di dire che siamo tutti pirati!

n incontro aperto, nell’Università Roma Tre, per cominciare a studiare il significato e l’impatto di Facebook e interpretare la sua rapida crescita. Partecipano docenti (dalle comunicazioni di massa alla psicologia, all’estetica), studenti, giornalisti, imprese ICT.

Il Web 2.0 con le sue grandi capacità di empowerment degli utenti/partecipanti/produttori e quindi con la crisi dei tradizionali mediatori (a cominciare dai media). I blog, i mondi virtuali come Second Life, YouTube, e complessivamente tutti i social network in tempi e modi diversi hanno interpretato il ruolo dei protagonisti su questo palcoscenico a più piani, tra vita privata-intima, relazioni sociali, marketing, sfera pubblica e politica. Oggi è Facebook, per complessi motivi che intendiamo indagare, che raccoglie attorno a sé il massimo dell’interesse, con una capacità di praticare tutti i livelli del palcoscenico, econ una capacità di replicazione virale e di adattamento alle varie sfaccettature della globalizzazione finora inedita.

La nostra speranza è che l’università, i centri di ricerca, l’informazione dedichino a questi fenomeni una attenzione adeguata, non superficiale o episodica; vogliamo cominciare a studiare insieme, collegando vari ambiti e varie discipline, costituendo un network, portando il nostro contributo.
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