26.5.09

Fotovoltaico: dal silicio alla plastica?


Fotovoltaico: dal silicio alla plastica?



Ad oggi la scelta per chi intenda installare un impianto fotovoltaico è tra silicio “monocristallino”, “policristallino” e “amorfo”, ma sempre di silicio si tratta.

Tra qualche anno però potrebbe non essere più così: molte ricerche stanno sperimentando da anni materiali e processi produttivi che consentano di abbassare i costi di produzione, che a differenza del solare termico rappresentano la voce di costo principale per l’acquirente.

Una novità viene dagli Stati Uniti e riguarda le celle solari a base di polimeri plastici: leggere, flessibili e, cosa più importante, a costi di produzione contenuti.

Putroppo per ora il loro rendimento è ancora troppo basso: anche se recentemente i ricercatori di alcuni istituti tra cui l’Università della California sono riusciti a produrre celle con un’efficienza del 6,1%, (nel 2006 erano al 4,4%) non è ancora abbastanza per competere con quelle al silicio che viaggiano intorno al 15%..

In teoria è possibile aumentarne l’efficienza sovrapponendo diversi strati di polimeri, ma il processo di stratificazione fa aumentare i costi di produzione.

Per fare il salto alla produzione su larga scala e al mercato alla commercializzazione, si tratterà anche in questo caso di trovare il giusto punto di equilibrio tra costi e risultati.
By: Technology Review

Considerando che le celle al silicio costano circa 4 Eur/Watt e rendono il 15%, queste con polimeri di plastica, avranno un costo intorno ad 1 Eur/Watt e rendono, così dicono, il 6%: sarebbero un grosso vantaggio.

Per avere un rendimento in kilovattora sufficente per un abitazione ( 2000 watt di potenza fotovoltaica installata con una produzione media annua intorno ai 2600 kWh) avremmo solo bisogno di maggiori superfici per la collocazione dei moduli.