3.7.09

Valdagno Pittore Informale Empoli Firenze



La pittura di Massimo Valdagno si avventura nei territori dell'astrazione saggiando le diverse opzioni che questo territorio espressivo ha attraversato nel corso di una avventura lunga ormai un secolo. Tradizionalmente, la pittura astratta ha voluto essere soprattutto un tentativo di sperimentare la consistenza delle diverse articolazioni grammaticali lecite ad un linguaggio visivo non referenziato ad alcun appiglio mimetico tentando l'autonomia significante della forma pura, del colore autonomo, del supporto... di tutto quanto, insomma, determina l'esistenza del quadro in quanto oggetto. Oggi, fare pittura astratta significa quindi aprire una doppia sfida, sia con la consistenza materica e materiale dell'oggetto-quadro che con la memoria di tutti quelli che su questa via si sono a suo tempo incamminati, accettando i rischi di un cammino da condurre sul crinale tra rielaborazione feconda dei ricordi storici accumulati sulla superficie di ogni tela, e pura e semplice imitazione passiva. Massimo Valdagno accetta spavaldamente questo rischio, e ripercorre a modo suo la memoria dell'astrazione ricorrendo ad alcuni accorgimenti che gli permettono di non lasciarsi imprigionare dal peso della memoria storica.
F.Galluzzi @ Critico d'arte